Aspetti Antropici

Le ville d’epoca

Le ville sette-ottocentesche (12), di straordinario fascino, interesse tipologico e stilistico sono testimonianza di un periodo storico della vita biscegliese in cui fu possibile un decentramento residenziale nell’agro.

Percorrendo Via Imbriani in direzione Molfetta, a sinistra si scorgono, nell’ordine: villa La Notte al civico 345, villa Troisi al 349, villa Nigri al 355, villa Gargiulo al 361 mentre a destra si trovano villa Posa al 274, villa Cocola al 312, villa Curci al 314, villa Logoluso al 316 e villa Abrescia al 338. All’altezza di villa La Notte si svolta a sinistra imboccando Carrara S. Francesco ove sulla destra, percorrendola verso il mare, si trovano villa Di Pierro al civico 6, villino Ventrella al n° 8, villa Logoluso al 10 e villa Consiglio, con tempietto e cappella, al 14. Arrivati all’incrocio segnato dall’edicola votiva si svolta a destra per via Pantano. Dopo cento metri si accede sulla sinistra ad un sentiero non asfaltato, che termina dopo settanta metri in corrispondenza delle due colonne del viale d’ingresso alla Masseria Silvestris. Ritornando su via Pantano e percorrendola in direzione Molfetta, dopo cento metri ci si imbatte nella villa Musci-Silvestris al numero 44. Superato l’edificio, si arriva ad un bivio contraddistinto da un magnifico trullo e dalla segnaletica turistica che indica l’accesso alle grotte di Ripalta. Proseguendo per via Pantano dopo 150 m s’incontra sulla sinistra un viottolo non asfaltato che conduce ad un bivio segnato da un’edicola votiva. Alzando lo sguardo si ammira il villino Consiglio circondato da splendidi carrubi mentre, percorrendo il sentiero a mano destra in direzione Molfetta, si giunge dopo 400 m al villino Di Pierro che domina Cala Pantano.

Villa Consiglio, sottoposta a vincolo ai sensi della L. 1089/39, compare nella guida nazionale delle più belle “Dimore e giardini d’Italia”. Ultimamente, all’interno della chiesetta, è stato realizzato un affresco raffigurante San Nicola, che ha sostituito una statuina in pietra decapitata dai vandali.

La questione della tutela di questi beni architettonici è quindi di stretta attualità: non si deve dimenticare che gli stupendi edifici di masseria Silvestris, villa Di Pierro e villa Logoluso versano in grave stato d’abbandono, perciò necessitano d’urgenti interventi di restauro. La stessa villa Consiglio è stata bersagliata dai vandali che hanno imbrattato i muri di recinzione, il villino Di Pierro è stato dato alle fiamme e villa Guarnieri rischia d’essere abbattuta.

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I siti archeologici

La bellezza paesaggistica non è l’unico pregio della zona Pantano-Ripalta. Non si deve dimenticare la presenza nell’area di numerosi insediamenti preistorici di grande interesse storico-culturale.

Gli scavi iniziati di recente e diretti dal prof. Rodolfo Striccoli, docente dell’Istituto di Preistoria e Protostoria Europea presso l’Università degli Studi di Bari, hanno portato alla luce in un podere nei pressi di Carrara S. Francesco un villaggio capannicolo risalente alla fase evoluta e finale del Neolitico Antico apulo-materano (VI-V millennio a.C.), nonché i resti di un bambino sepolto in forma rituale in una delle tre tombe rinvenute, insieme a diversi frammenti di ceramica impressa, brunita e dipinta riferibile al Neolitico Antico e a resti litici e faunistici.

L’insediamento preistorico fu inizialmente individuato e segnalato alla Soprintendenza dal prof. Francesco Prelorenzo, socio dell’Archeoclub. Gli studi successivamente effettuati sui resti del ragazzo, d’età compresa tra i cinque e i sette anni, condotti dall’Institute of Particle Physics di Zurigo con l’ausilio dei sistemi di datazione radiometrica, hanno confermato che visse nel periodo compreso tra il 5090 e il 4833 a.C..

Il sito insediativo costiero cela ancora numerosi interrogativi, come quello rappresentato dal grande muro a secco, sepolto da pochi centimetri di terreno, probabile rovina dell’antico villaggio.

Altro importante sito è la grotta dei Briganti situata nelle vicinanze di un fondo coltivato a vigneto, dall’aspetto di una vasta conca, che fa parte della lama d’Aglio in località «Cala Pantano» (17).

Fu scoperta il 30 settembre 1938 dall’archeologo Francesco Saverio Majellaro, che rinvenne nel deposito esterno frammenti di ceramica della fine del Neolitico. L’ingresso della grotta, di modeste dimensioni, è coperto dai terrazzamenti mesocretacei della lama. Al suo interno è costituita da due ambienti. Il primo, profondo, presenta la volta ricoperta da piccole stalattiti iridescenti ove è visibile il fenomeno dello stillicidio, mentre il suolo è costituito da terreno a ciottoli alluvionali; il secondo vano (………..)**

** Il testo completo della guida è disponibile presso la Biblioteca “Sarnelli” e tutte le librerie scolastiche di Bisceglie.

Nelle vicinanze è ubicata una vasta stazione preistorica segnalata dal prof. Prelorenzo, «Cala Pantano», che scende a picco sul mare. Il prof. F. Biancofiore (3) condusse studi su ceramiche impresse e reperti dell’industria litica del VI-V millennio a.C. e dedusse che doveva trattarsi di un insediamento capannicolo in quanto vi raccolse numerosi resti d’intonaco con le impronte delle canne (resti di incannucciata) che avrebbero costituito l’alzato delle pareti (8).

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